L'isola di Dino è la maggiore delle due isole Calabresi; l'altra è l'Isola di Cirella. Sorge sulla costa nord occidentale del Tirreno calabrese, di fronte l'abitato di Praia a Mare in Provincia di Cosenza, davanti Capo dell'Arena a sud del paese. Il suo nome deriva dal fatto che sull'isola sorgeva un tempio (aedina) dedicato a Venere. Ipotesi più accreditata è quella che fa derivare il nome dall'etimo greco "dina", ovvero vortice, tempesta. Infatti erano un tempo pericolose per i naviganti, in giornate di mare mosso, le acque prossime alla punta Sud dell'Isola, detta Frontone.
Geografia
Si estende per 50 ettari circa con un’altitudine massima di 100 metri. Nel versante settentrionale, di fronte a Capo dell'Arena, c’è un piccolo molo di attracco da cui parte una strada rotabile che con uno sviluppo di 1700 metri conduce nei cottages situati nella zona alta dell’isola. Ha fianchi con strapiombi alti oltre 80 metri ed altri piuttosto scoscesi, alla base dei quali, sia al di sotto che al di sopra del livello del mare, l'erosione sulle rocce calcaree ha dato vita a molte grotte tra le quali quella del “Monaco”, delle “Sardine” dove sono presenti stalagmiti, delle “Cascate”, del “Leone” ed infine la “Grotta Azzurra” che è la più grande. Ma la grotta più interessante dell'isola, sebbene accessibile solo ai subacquei esperti, è la Grotta Gargiulo, che si apre a 18 metri sotto la superficie del mare e si estende nelle profondita dell'isola per alcune decine di metri, completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d'aria. L'accesso ad una parte della Grotta è sconsigliabile anche ai subacqei, tranne che a speleosub esperti.
Oltre alla vegetazione della macchia mediterranea, si possono trovare numerose piante rare come la palma nana, accantonata sulle falesie verticali inaccessibili a nord ed a nord-ovest, il talittro calabro, il garofano delle rupi (Dianthus rupicola), ed, in particolare, l'endemica Primula di Palinuro (Primula Palinuri), presente in alcune colonie sulle pareti calcaree esposte a nord e a nord-est. Su Dino si osservano i popolamenti meglio costituiti di tutto l'areale della Primula (costa tirrenica da Capo Palinuro a Capo Scalea). Questo probabilmente perché le postazioni di Primula su Dino sono accessibili con difficoltà e sono dunque poco disturbate dall'uomo. Infatti su Dino si notano frequentemente gruppi di Primula che, abbandonato il loro habitat rupestre, si spingono tra la vegetazione erbacea, fin sotto i lecci. Singoli esemplari o piccoli gruppi si osservano anche sulla spiaggia, abbarbicati alle pareti rocciose delle scogliere, presso la "Torre di Fiuzzi", di fronte all'Isola di Dino. La Primula di Palinuro è inserita nell'elenco delle specie minacciate dall'IUCN. Per la presenza della Primula, e delle altre specie endemiche, l'isola è un Sito di Interesse Comunitario (SIC). Per Dino è in corso l'iter di istituzione di una Riserva Naturale.
Fauna e flora
La fauna di Dino comprende molte specie di uccelli migratori, gabbiani che nidificano sulle scoscese falesie e qualche rapace. Completano la popolazione piccoli roditori e diverse specie di rettili. Ben più variegato è l'habitat sommerso. Già a pochi centimetri di profondita si incontrano sterminate praterie di Poseidonia, regno del Cavalluccio marino e di altri piccoli crostacei. Scendendo nelle profondità ci si imbatte dapprima nelle numerose e allegre Castagnole, nella Murena, nei simpatici Polpi e ormai tra i 20/30 metri di profondità dove regna il silenzio e l'oscurità i colori si fanno magicamente più vivi con gli splendidi rami di Gorgonie (Paramuricea clavata) che superano il metro di altezza e si estendono in praterie per alcune centinaia di metri. A queste profondità vivono numerosi esemplari di Cernia e Ricciola.
Percorsi turistici
Il percorso migliore per circumnavigare l’isola è quello di seguire la rotta est-nord–ovest e non più tardi delle ore 11,00. La prima grotta che s'incontra è quella detta del "monaco", a seguire la "grotta delle sardine" così chiamata per le molte sardine che vi si trovano. Superato il frontone, ossia la punta occidentale dell’isola, si incontra l'ampia entrata della "grotta del frontone". A una cinquantina di metri da questa si incontra la "grotta delle cascate" così chiamata appunto per il rumore continuo delle acque che cadono. Subito dopo vi è l’entrata della "grotta azzurra" che è certamente la più bella delle grotte, ricorda quella di Capri, ma è diversa per i colori dell’acqua che vanno dal verde azzurro verde rame in contrasto con l'azzurro pastoso e intenso dei bordi interni della grotta. Poco più avanti, infine, dopo aver superato lo sperone roccioso su cui sorge una costruzione adibita a bar ristorante e dancing a forma di fungo con più penduncoli e al di sotto dei bianchi “trulli”, tipiche costruzioni di forma ovale e di colore bianco adibite a case vacanza, c'è la "grotta del leone" così chiamata per una roccia che immersa nell’acqua ha assunto la forma di un leone accovacciato. È possibile effettuare il percorso turistico anche lungo il percorso terrestre dell'isola, attraverso gli orientatori dell'Associazione Pro Loco Praia a Mare alla scoperta dei patrimoni ambientali floristici e faunastici presenti, ed osservare la torre di origine Normanna posta all'estrema punta ad ovest dell'Isola, insieme alla stele dedicata alla Madonna della Grotta posta sul punto più alto ad Est dell'Isola, da cui si ammirano panorami mozzafiato.
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